Recensioni

Fridolin
Fridolin è un giovane canarino dagli occhi piccoli ma espressivi, morbide piume gialle e un musetto tenero. La sua casa è una gabbietta, arredata di tutto punto, con tanto di lettino e copertina, tavolino e poltroncina. Non manca nulla. Fridolin vive da sempre in una casa con degli esseri diversi da lui, con cui non può comunicare ma che, nonostante questo, si prendono cura di lui portandogli da mangiare quei semini tanto deliziosi. Arriva la primavera e la sua casetta viene spostata sul balcone “e per la prima volta può vedere il cielo”. Quale meraviglia quell’azzurro intenso! Nel cielo volteggiano esseri simili a lui: sono fuori dalla gabbia, liberi di volare e di cantare. Anche Fridolin vorrebbe librarsi nel cielo e sentirsi libero di svolazzare con gli altri esseri piumati. Lo desidera così tanto da non riuscire ad addormentarsi. Ma lui è lì, quasi imprigionato. E infelice. Nonostante la compagnia degli altri uccellini che vengono a trovarlo per insegnargli a cantare dal balcone di fronte alla sua gabbia. Inaspettatamente un giorno la porta della gabbietta resta aperta…
Fridolin porta il lettore con sé, nell’avventura della scoperta del mondo, superando la paura dell’ignoto grazie al suo coraggio, alla determinazione e al supporto dei suoi amici. Gli occhi di Fridolin sono raggianti e ogni luogo nuovo è una nuova emozione. Anche il sapore dei semi è differente: tutto appare diverso, migliore. Cantare è l'occupazione preferita degli uccellini, tanto da mettere su un coro: il coro nasce spontaneamente, come delicata metafora dell’armonia del gruppo, dell’amicizia e della solidarietà. Il percorso di Fridolin è un viaggio di scoperta e di crescita. Fino a ritrovare se stesso, la propria identità, il proprio posto nel mondo. Sara Welponer, giovane artista a tutto tondo (fumettista, grafica pubblicitaria, insegnante, illustratrice…),  racconta con delicatezza e leggerezza la storia della ricerca della libertà ma anche il viaggio nella costruzione dell’amicizia. Ogni pagina va assaporata con calma: ogni tavola è una piccola, incantevole opera d’arte. Il tratto è lieve, il colore è come sospeso a creare una suggestione che coinvolge e meraviglia, che tocca le corde più profonde della sensibilità. Fridolin, il piccolo canarino protagonista, innamora, cattura con il suo musetto dolce e, come tradizione vuole, rappresenta il bisogno della scoperta, la meraviglia di fronte al mondo, la libertà di essere se stessi fino in fondo. Un libro per tutti. Un libro per sognatori di tutte le età.
Mariangela Taccogna www.mangialibri.com agosto 2013

 

Volo d’estate
Fridolin vive in una gabbietta, con un lettino, un tavolo e una sedia. C’è anche un trespolo, dove ogni giorno sale per osservare quello che gli succede intorno.
L’uccellino protagonista di questa storia ha il corpo morbido e il becchetto proteso che lo fanno somigliare a un bambino piccino, tutto teso all’esterno a scoprire le novità del mondo là fuori. Non per nulla forse i bambini che spalancano la bocca verso il cucchiaio si dicono nel mio dialetto occitano aucelin e quelli belli in carne bimbi di burro, in rodigino sono dei canarin de casòn. Come uccellini pronti a spiccare il volo verso il mondo, appunto. Il giallo Fridolin di questo albo vive in una gabbietta, servito di tutto punto da esseri giganteschi e senza piume che gli forniscono il cibo. Quando in primavera viene sistemato sul balcone impara a conoscere il cielo, a cantare come gli altri uccelletti con cui fa amicizia, assaporando la possibilità del volo che si insinua nei suoi desideri e nei suoi sogni. Come non approfittare allora della gabbia dimenticata aperta? Conquistata la libertà, impara piano piano a volare, a riconoscere bacche, fiori e semi che si possono mangiare, a trovare riparo notturno tra le fronde degli alberi. Trascorre un’estate in amicizia finché, con l’arrivo dell’autunno, qualcuno migra lontano; altri invece con lui scoprono con piacevole sorpresa che, nel giardino della famiglia che lo teneva in gabbia, tante casette di legno li ospiteranno per il lungo inverno. Una storia che racconta la conquista della libertà, ma soprattutto di come la libertà si possa imparare e assaggiare e assaporare bacca dopo bacca, seme dopo seme, nota dopo nota. La delicatezza delle illustrazioni rende perfettamente il profumo della primavera, il vento tra le foglie, l’incespicare nel primo volo, l’immobilità della notte estiva dove ogni uccellino dorme nel suo lettino tra i rami. Tutti tranne uno, che tiene la luce accesa e, tra le ali, un libro che gli fa compagnia sotto luna e stelle. Caterina Ramonda, Andersen, gennaio 2013

 

 

Fridolin di Sara Welponer
Edizioni Corsare – p. 32 – e. 14
Il gabbiano di Jonathan Livingston, la gabbianella di Sepulveda, l’albatros di Baudelaire: quando la letteratura vuole scrivere un inno alla libertà sceglie sempre un pennuto come protagonista. Ma nessuno si è mai chiesto come ci si sente ad essere un minuscolo uccellino di fronte agli spazi sconfinati del cielo, ad aver la responsabilità di essere tra coloro che “cambiano le prospettive del mondo”, senza strade, tangenziali, scadenze o compleanni. Questo nuovo albo “corsaro” presenta la libertà dal punto di vista dell’uccellino. I delicatissimi acquarelli di Sara Welponer raccontano la meraviglia di vedere il cielo per la prima volta, scoprire il mondo là fuori, e…
Consigliato per bambini sognatori dai 4 anni in su
Centostorie/blog dicembre 2012

 

http://biblioragazziletture.wordpress.com/?s=fridolin&submit=Cerca
A UmbriaLibri per parlare di nativi digitali e lettura, mi incanto sfogliando questo albo nello spazio NPL allestito dalla Regione Umbria e trascino istantaneamente chi mi accompagna in libreria perché devo portarmelo a casa. Lo scovo nell’espositore che presenta di piatto gli illustrati, nascosto in triplice copia dietro una serie di albi più grandi, e mi prendo il piacere di sovvertire l’ordine costituito della Feltrinelli di Perugia e sitemarlo davanti ben in vista.
La storia è qualla di un giallo canarino che vive in una gabbietta con letto, tavolo e sedia a cui ogni giorno si accomoda per mangiare i semi che gli porgono gli esseri giganteschi e senza piume che vivono attorno. Quando in primavera la gabbietta viene spostata sul balcone, scopre un mondo che lo emoziona tanto da faticare ad addormentarsi. Impara a cantare dagli altri uccellini e sogna ogni notte volo e libertà. Un giorno poi la gabbia rimane aperta: eccolo ruzzolare e poi volare, circondato da amici che gli insegnano di bacche, semi, fiori nutrienti, di fronde tra cui dormire, di suoni per concertare insieme. Fino all’autunno. Qualcuno vola lontano; altri hanno sentito di un giardino dove un albero ospita graziose casette di legno in cui trovare riparo.
Seguite la storia nelle illustrazioni lievi e delicate; inutile dire che la mia preferita è la nanna notturna, dove sul grande albero un solo uccellino tiene accesa la luce per leggere… E poi guardate bene Fridolin, col muso tondo e il becchetto spalancato. In Veneto, di un bambino in carne si dice che è un “canarin da casòn”; in occitano, i bimbi con la boccuccia affamata e protesa al cucchiaio sono degli uslin, degli aucelin. Ecco, Fridolin ha quell’espressione lì, di un bambino proteso a scoprire tutte le novità e i sapori del mondo. Caterina Ramonda
Il sito dell’illustratrice. Il sito delle edizioni corsare.
Sara Welponer, Fridolin, edizioni corsare 2012, 32 p., euro 14


 http://mammamogliedonna.blogspot.com/2011/10/il-mago-delle-bolle.html
 http://www.lenuovemamme.it/lopinionedellemamme/fridolin-e-la-liberta/


Un albero tra gli alberi

In musica gli armonici sono suoni che si completano formando un accordo perfetto, e questa armonia naturale si ritrova anche quando parole e immagini viaggiano sulla stessa frequenza, integrandosi perfettamente e creando un insieme che ha qualcosa di musicale. E’ quello che succede nel bell’albo La bambina che ascoltava gli alberi, nel quale il testo di Maria Loretta Giraldo e le incisioni di Cristina Pieropan hanno lo stesso respiro lento e meditativo: un libro dedicato ai piccoli lettori ma del quale tutti, lasciandosi andare alla sua atmosfera magica, possono godere. L’impaginazione elegante e curata presenta un breve testo in centro pagina affiancato , in quella a latro, da una immagine che lo illustra e gli dà respiro: si tratta di una bambina, uguale a tante altre, ma dotata dello straordinario potere di comunicare con gli alberi e capace di cogliere da ognuno di essi un dono speciale che lo contraddistingue. Così “vedere il mondo con gli occhi di un albero” significa ascoltare la quercia che offre un rifugio sicuro ai piccoli animali, o la magnolia prodiga di fiori preziosi per la loro bellezza e il loro profumo, mentre il noce invita a cercare con tenacia i tesori nascosti sotto una scorza apparentemente dura e invincibile.
La bambina, ritratta da Cristina Pieropan con “un’aria sbarazzina, due occhi allegri e una bocca sorridente”, non ha nome e appartiene a un mondo sospeso in un tempo non definito nel quale si intrecciano realtà e fantasia. Il suo tratto particolare, forse quello che più coinvolge anche il lettore non alle prime armi, è questa sua leggerezza sorridente, la capacità di saper cogliere le voci del silenzio, in attento ascolto delle cose che la circondano, con antenne pronte a cogliere ciò che è “invisibile agli occhi”. Infatti è sempre ritratta da sola o in compagnia di piccoli animali, perché ciò che la distingue la isola anche dagli altri, rendendola capace di entrare in accordo con un mondo che usa un linguaggio diverso. Alla fine il dono del faggio, l’ultimo albero incontrato in un pomeriggio d’estate giocando a nascondino, è forse il. Più prezioso: essere per un attimo “albero tra gli alberi”, i piedi diventano come radici, e le braccia come rami, “per un istante fu come un grande albero: un grande, meraviglioso albero che unisce la terra al cielo”.

Anna Pedemonte, Andersen, aprile 2012

 

 

Il Mago delle Bolle
La storia raccontata è quella del Maestro Michele Izumiki, un buffo direttore di orchestra dotato di grande talento e misteriosi poteri magici che realizzano i desideri di chi lo ascolta in giro per il mondo. I sogni dei suoi spettatori si trasformano in colorate bolle di sapone, il Maestro con un retino acchiappabolle li raccoglie per poi esaudirli. Ad aiutarlo ci sono i suoi fedeli amici, meravigliose creature che solo lui riesce a vedere: i monoriccetti, le serpentoline, le gufottorske, i pesci alanti, i pippistravagalli, … Tutto nella vita del Maestro Izumiki sembra procedere bene. Una sera d’estate, però, l’incontrò con Mabelle, violinista “dalla voce di usignolo e dagli occhi a mandorla” lo fa confondere, arrossire, incespicare, sudare, volare e… innamorare, cambiandogli la vita. Per la prima volta il Maestro sente di avere anche lui un desiderio: vivere accanto a Mabelle per tutta la vita! Prende allora il suo clarinetto e fa una grande e dolce bolla di sapone… ma alle sue spalle, all’improvviso, una grande Ombra rapisce la bolla-sogno e fugge via. Dopo l’iniziale momento di disperazione, il Maestro si getta nella ricerca, però non l'impresa non è affatto facile, i giorni passano inesorabili ed Izumiki teme che la sua bolla possa scoppiare prima o poi. Una notte, però, un pesciolino magico preso dal mare lo avvisa che l’Ombra è lì, proprio vicino a lui. Il maestro si gira e scorge nella barca accanto alla sua l’oscura presenza. Non perde tempo, riempiendola di insulti e chiedendo indietro quello che gli appartiene; ma sapete cosa si sente rispondere? Che l’Ombra che sta maltrattando è proprio la sua…
Una storia suggestiva e sospesa in un non-tempo quella di Elisabetta Jankovic ispirata alla spettacolo Overture des Saponettes di Michele Cafaggi (www.bollesapone.com), artista talentuoso che fa uscire grandi bolle dagli strumenti musicali proprio come il Maestro Michele Izumiki. La dimensione onirica è preponderante sia nel testo sia nelle tavole surreali della strepitosa illustratrice giapponese Izumi Fujiwara. I colori mutevoli corrispondono sempre ad uno stato emotivo (il giallo e il rosa per l’incontro con Mabelle, il rosso scuro che lo aggroviglia per la perdita dell’amata). I luoghi sono irriconoscibili, gli alberi si trasformano in serpenti, le case sembrano piegarsi, oscure presenze sono dappertutto e i personaggi mescolano le loro identità (come i pippistravagalli) non permettendo di riconoscerli. Non è un po’ quello che accade quando sogniamo? Il linguaggio dell’inconscio a volte è davvero misterioso anche se si tratta del nostro. Cosa avrà voluto dire quel sogno? Dove mi trovavo? Chi era quello? Mi sembrava di conoscerlo, ma… Cosa rappresenta, dunque, metaforicamente la lotta del Maestro Izumiki con la sua stessa Ombra? Molte persone, una volta che i loro sogni si realizzano, si pentono di quello che hanno chiesto e se ne lamentano. In effetti, il Maestro dovrà rinunciare a mangiare le cipolle a mezzanotte ad addormentarsi sul divano e dovrà lavarsi sempre i piedi. Ma lui è pronto a rinunciare a tutto per la sua Mabelle ed è così che con il suo retino magico riacchiappa la bolla perduta. E voi siete pronti a rinunciare a qualcosa per realizzare dei sogni? Correte a cercare la vostra bolla, non fatela scappare, ne vale sempre la pena. E il Maestro Izumiki potrebbe essere nei paraggi pronto ad aiutarvi.
Donatella Romanelli, www.mangialibri.com, aprile 2012

 

Il Teatro delle fiabe
Da molti anni Coca Frigerio e Alberto Cerchi svolgono un fervido e prezioso lavoro nel campo dell’animazione, teatrale e non, organizzando laboratori e seminari, pubblicando libri. Il tutto partendo dalla lezione munariana, declinata però in modo autonomo e creativo. Accanto a ciò vi è però la presenza di Lele Luzzati, un altro grande maestro delle arti applicate del secondo Novecento. E nel modo di illustrare, o ancor meglio, di comporre le tavole, questa influenza la si avverte; una sorta di trepido omaggio, di basso continuo per dirla in termini musicali, che si esplicita nell’uso costante del collage polimaterico. E questa vena, preziosa e squillante, la si legge ne Il Teatro delle Fiabe (Ed. Corsare), soprattutto nei fogli per La Bella addormentata nel bosco, con gli inserti di tessere di colore brillante e sfarzoso in composizioni ora complesse ora i estrema linearità. Parlavo di fogli perché l’opera si presenta in una cartellina che si apre quindi a mo’ di teatrino, ove far scorrere appunto le diverse scene (12 in tutto e in resistente cartoncino). A ciò si accompagna un opuscolo di 32 pagine dove, accanto al copione, si trovano brevi ma precise osservazioni sulla fiaba, i suoi personaggi, i suoi luoghi e utili suggerimenti e stimoli vuoi per la messa in scvena vuoi per l’inventare nuove storie. E devo dire, con piacere, che mi ha molto colpito la presenza fra le scene (e le idee proposte) di una stanza che si ispira esplicitamente a quella di Max per il suo paese dei mostri selvaggi nel capolavoro di Maurice Sendak.
Walter Fochesato, Andersen febbraio 2012

 

Con La bambina che ascoltava gli alberi (Edizioni Corsare) – tra i libri italiani segnalati nel 2011 al Cj Picture book Award – Cristina Pieropan si conferma come una delle artiste più interessanti degli ultimi anni. Le sue preziose incisioni, con la patina di antico che riescono a riprodurre sulla pagina, proiettano la storia della bimba col caschetto – capace sentire così profondamente il respiro della natura (degli alberi, più precisamente) da prenderne alla fine le sembianze – in una dimensione da fiaba mitologica, seguendo, da vicino l’esperta (esperta scrittrice per l’infanzia) Maria Loretta Giraldo, capace di distillare un testo di classica purezza, in cui ogni parola si sforza di essere evocativa e in cui il tempo narrativo resta sospeso in cadenze realmente “arboree”. Un libro raffinatamente ecologista.
Alessio Malta, www.mangialibri.com dicembre 2011


Dramatopedia
“Il teatro ti fa capire chi sei, tira fuori le tue potenzialità, quello che senti. In questo la scuola difficilmente può aiutarti, perché ti inserisce in un sistema, in una gabbia con delle regole e con i voti”. Questa profonda fiducia nel valore etico e pedagogico del teatro è il filo rosso che percorre le pagine di Dramatopedia (collana Facciamo teatro!, Edizioni Corsare, 2011, pp 190, euro 10,00), nelle quali Claudio Facchinelli raccoglie gli articoli pubblicati su riviste come “Sipario” e “Hystrio” e racconta la sua ventennale esperienza nel teatro della scuola, un genere che ha ormai acquistato una sua autonomia e una sua specificità, ugualmente distante dal teatro professionistico –anche perché lo scopo non è scoprire nuovi talenti – come da quello amatoriale.
Testimone privilegiato per il suo molteplice ruolo di formatore, giornalista, spettatore, l’autore racconta l’evoluzione del difficile rapporto tra scuola e teatro, segnato spesso da una reciproca diffidenza; le “pomeridiane studentesche” diventano il più delle volte spettacoli “nei quali un migliaio di ragazzi vocianti – scrive l’autore – spesso irreversibilmente diseducati al teatro dalla consuetudine col piccolo schermo, masticando chewing-gum e sgranocchiando pop-corn trangugiano Pirandello Goldoni o Molière come un tempo si inghiottiva l’olio di fegato di merluzzo”. Una collaborazione sempre migliore tra il mondo della scuola, del teatro e della politica ha permesso di costruire nel tempo un rapporto di maggiore integrazione dando vita a molte interessanti esperienze di teatro della scuola e sperimentazioni di grande soddisfazione, anche se restano ancora aperti alcuni nodi problematici, primo fra tutti la formazione degli operatori.
Sono tre le “parole magiche” intorno alle quali Facchinelli sintetizza la valenza educativa di questa esperienza teatrale: progettualità, cioè la costruzione di un lavoro he i ragazzi vivono non da spettatori, ma come “work in progress” dalla prima lettura alla verifica finale: socializzazione, che significa anche aprirsi a forme di comunicazione meno immediate come la corporeità, la fisicità, il linguaggio non verbale; la ritualità infine, che è parte dell’essenza stessa del teatro, dove una sorta di cerchio magico separa il mondo della finzione dalla realtà. (Anna Pedemonte, Andersen, gennaio 2012)


Claudio Facchinelli, “Dramatopedia. Spunti di storia, etica e poetica per il teatro della scuola”, edizionicorsare, Perugia, 2011. pp. 190, € 10,00.
Prefazione di Marco Dallari
Claudio Facchinelli è oggi uno dei testimoni più autorevoli del mondo del teatro della scuola, ne conosce i molti accessi, i lati significativi, le diverse problematiche perché ha accompagnato per molti anni bambini, ragazzi e adulti come formatore, di questo mondo è osservatore critico come saggista e giornalista di riviste specialistiche, e per esso ha inoltre assunto un ruolo politico-istituzionale, avendo partecipato alla redazione dei diversi Protocolli d’Intesa tra Ministeri ed Enti preposti, documenti che hanno ufficialmente sancito, a partire dal 1995, l’importanza di un’adeguata diffusione della cultura teatrale all’interno della scuola.
Il suo ultimo libro, Dramatopedia, lo pubblica una casa editrice ‘militante’, che nel proprio catalogo dedicato all’infanzia ospita la collana “Facciamo teatro!”, riservata ai temi dell’educazione attraverso il teatro, curata da Claudia Codeluppi (per consultare l’interessantissimo catalogo: www.edizionicorsare.it).
Dramatopedia, dunque. Il neologismo creato dall’autore evoca il gioco creativo come pratica di cura, ed in effetti la pratica della pedagogia teatrale è, per Claudio Facchinelli, un formidabile strumento di prevenzione del disagio, e dunque un’opportunità che dovrebbe essere offerta a tutti, nelle scuole d’ogni ordine e grado. Il perché lo sintetizza mirabilmente una sua giovane testimone, Francesca di 13 anni, che dopo avere partecipato a un percorso teatrale con la propria classe afferma senza esitazioni: “Noi siamo molto di più di una classe: siamo riusciti a creare un gruppo in cui, con fiducia e serenità, possiamo dirci tutto quello che proviamo. Gli adolescenti raramente sono ascoltati. Col teatro noi parliamo non soltanto con le parole, ma con tutto noi stessi: è il modo più immediato per fare discorsi“. Chiaro, no?
E invece no, non è mai abbastanza chiaro, come ricorda Claudio Facchinelli in questo suo agile testo, che ha il pregio di intrecciare il dato storico con l’esperienza particolare, e degli ultimi 20 anni raccoglie le buone intenzioni della politica italiana, rimaste in gran parte sulla carta (i Protocolli d’Intesa tra Istituzioni), accanto alla passione, alle contraddizioni e alle sperimentazioni delle pratiche che localmente, per volontà periferiche illuminate, si sono potute attivare, approfondire, moltiplicare nonostante tutto.
Tanto estendersi di pratiche naturalmente offre al critico osservatore sollecitazioni di grande interesse, anche per chi si occupa di teatro ragazzi, il teatro professionale che ha come suo pubblico prevalente quello scolastico. Nell’ultima parte del libro l’autore avvia una riflessione che meriterà approfondimenti, sulle specificità espressive del teatro della scuola, sulle sue cifre stilistiche e poetiche, su quel suo non essere assimilabile né al teatro professionale né al teatro amatoriale, individuando nella coralità e nell’utilizzo prevalente dei linguaggi non verbali, due suoi tratti fondamentali.
Infine, ma non ultimo, alcuni nodi problematici di questo mondo: chi deve guidare i ragazzi nei percorsi di esplorazione teatrale, insegnanti, operatori, operatori ed insegnanti, in quale relazione e naturalmente con quale percorso formativo.
E’ una storia abbastanza giovane, quella del teatro della scuola in Italia, ma c’è già chi da studente frequentava laboratori teatrali e ora li conduce, magari con al proprio attivo anche una laurea in medicina, come Claudia, che chiude il cerchio sul potere terapeutico quando non taumaturgico del fare teatro, e dice: “Ciò che mi interessa nella medicina è la stessa cosa che vivo e ricerco nel teatro, cioè l’umano. Peraltro, il teatro è uno dei tanti modi per guarire”.
Cristina Gualandi www.eolo-ragazzi.it giugno 2011


Principi e viaggiatori
Negli scorsi mesi sono usciti per le Edizioni Corsare due illustrati che hanno in comune il tema del sogno con i suoi mondi sconosciuti, tra incubo e magia. Il principe Mezzanotte di Valentina Salerno e Alessandro Serra è illustrato da Maria Distefano (pp 40, euro 16) e racconta l’avventura notturna di uno strano principe, innamorato del buio e delle stelle, trasformato in mostro dall’incantesimo di una orribile (e puzzolente) strega che lo vuole solo per sé. Passando Attraverso i topoi consueti delle fiabe (passaggi segreti, aiutanti, oppositori, prove…) la storia si avvia a un lieto fine grazie al vero amore della pallida Lumil che col suo coraggio distruggerà la strega. Le illustrazioni, nei toni pastello prevalentemente beige e neri, immerse in un pallido chiarore lunare,sottolineano l’atmosfera onirica di un sogno che diventa incubo.
Si apre con una citazione di Chatwin Viaggiatori del sogno di Giuliana Fanti (ill. di Andrea Calisi, euro 16) nel quale alcuni ragazzi di ogni continente si mettono in viaggio guidati da un misterioso sogno verso un paese lontano e antichissimo dove gli uomini “camminano con passo leggero”e vivono da sempre in armonia profonda con la natura. E’ dedicato agli aborigeni questo albo illustrato con i colori caldi di una terra nella quale sogno, canto e pensiero sono espressioni di una cultura millenaria ancora da conoscere. Il libro è ispirato al romanzo Diana e il segreto dei lupasky (2004, della stessa autrice ndr), esordio della casa editrice nel settore ragazzi; l’albo inaugura la collana “Lievi tracce” che a febbraio ha proposto Birbal il piccolo sciamano di Martino Nicoletti (ill. di Lucia Sforza, pp. 36, euro 15,50). Anna Pedemonte, Andersen, aprile 2011

 

Fiera del libro per ragazzi Bologna 2011
All'interno della Fiera, poi, oggi alle 11.30 viene presentato da Livio Sossi insieme all'autrice il libro "Chi ha paura di Cappuccetto rosso?" (Edizioni Corsare) di Eva Ciuk, giornalista della Rai del Friuli Venezia Giulia. Il libro s'inserisce nel filone della letteratura per ragazzi che guarda al sociale e che, quest'anno in particolare, la Fiera di Bologna vede ben rappresentato con numerosi titoli italiani e stranieri. Eva Ciuk rivolge l'attenzione a dei bambini particolari, i piccoli rom e sinti che vivono nei campi in Kosovo e nella nostra regione e, dopo averli incontrati, ne racconta le storie e la quotidianità; l'argomento diventa poi spunto di discussione per quei bambini che invece vanno a scuola. Una riflessione che ha trovato sbocco anche in un cortometraggio (allegato al libro in dvd) e in testi per il teatro e la radio. Corrado Premuda Il Piccolo 31/3/2011

 

Dramatopedia di Claudio Facchinelli collana Facciamo teatro!

Stimo da anni Claudio Facchinelli, uomo di cultura finissima e di grande eleganza intellettuale (e di comportamenti, cosa che non guasta) trasmesse attraverso un suo porgere con grazia le tante cose che sa.
Saggista e critico teatrale, ha pubblicato testi sul teatro della scuola, ha realizzato trasmissioni Tv per la Rai al Dipartimento Scuola Educazione, è stato docente presso varie Università e alla Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi”.
Ha coniugato l’esperienza didattica con quella teatrale, acquisita negli anni ’70 come assistente alla regia di Orazio Costa Giovangigli e Lamberto Puggelli, promuovendo laboratori teatrali nelle scuole quale strumento di prevenzione del disagio sociale giovanile.
Inoltre, ci crediate o non ci crediate, anni fa ho fatto con lui un istruttivo (per me) viaggio spaziale.
Da poco è in distribuzione un suo volume: Dramatopedia spunti di storia, etica e poetica per il teatro della scuola pubblicato dalle Edizioni Corsare.
Libro che riesce a fondere innovative teorizzazioni delle forme espressive sceniche per ragazzi a una fitta documentazione su leggi e disposizioni in materia.
Il libro si avvale di una prefazione di Marco Dallari, Professore ordinario di Pedagogia Generale e Sociale presso l’Università di Trento.
Credo che il teatro nelle scuole stia attraversando un felice momento perché (questo lo dico io, non Facchinelli) la cosiddetta riforma della signora Gelmini ha consegnato tutta la scuola italiana alla storia del Varietà. Verranno fuori attori straordinari.
Ma torniamo al libro e al suo autore.
A Claudio Facchinelli ho chiesto: “Dramatopedia”, un tuo neologismo?
Sì, costruito mettendo insieme due parole greche dráma e paideía ma vuole anche essere una citazione dell’inglese drama che, a differenza dell’italiano dramma – che ha acquisito un significato diversamente serioso – si è mantenuto più vicino al significato originale, e che è presente nell’espressione drama in education teatro in educazione, cioè teatro della scuola. E poi, l’etimo di dráma rimanda con più evidenza all’azione, elemento insito nella natura più profonda del teatro, ma spesso sottovalutato. Un vezzo filologico che spero il lettore mi perdonerà.
Nell'allestire un laboratorio teatrale oggi, qual è la prima cosa da fare? E quale la prima da evitare?
La prima cosa da fare quando si allestisce un laboratorio teatrale scolastico è creare legami che trasformino l’insieme dei ragazzi e delle ragazze con cui sta lavorando, quale che sia la loro provenienza, in un gruppo, facendo sperimentare strumenti di conoscenza reciproca che prescindano, o quantomeno superino, la comunicazione verbale: il contatto fisico, lo sguardo; far capire, o meglio far sentire, che l’eventuale mancanza di omogeneità del gruppo, le differenze etniche, culturali, di abilità che vi si possono manifestare, non costituiscono un problema, ma sono, semmai, risorse da valorizzare; chiarire che il laboratorio teatrale è il luogo ove si può sviluppare il massimo della libertà creativa, ma che ciò può avvenire solo nel massimo della disciplina, nel rispetto e nell’attenzione all’altro.
Da scoraggiare, fin dal primo momento, sono le tentazioni di protagonismo e di competitività; le vocazioni delle ragazze e dei ragazzi al ruolo di velina o tronista.
Claudio Facchinelli, Dramatopedia, Prefazione di Marco Dallari
Pagine 190, Euro 10.00 Edizioni Corsare 2011
Armando Adolgiso, mercoledì, 13 aprile 2011 www.nybramedia.it

Un sogno d’amore
Intorno a lei la musica diventava colore e vento e profumo e carezze. Guardandola negli occhi il Maestro Izumiki si confuse, arrossì, incespicò, sudò, volò e il suo cuore iniziò a cantare a squarciagola.
C’è uno strano personaggio: musicista e mago, incantatore di umani e realizzatore di sogni, amico di creature invisibili dalle caratteristiche inconsuete e bizzarre quanto i nomi che portano. E’ il maestro Michele Izumiki, polistrumentista capace di trasformare i desideri di chi lo ascolta in bolle di sapone e poi di esaudirli grazie ai suoi attendenti invisibili (gufottoroske, gatto sornioni, pipistravagalli…). Così con ukulele, fisarmonica o balalika e spaziando dalla polka alla break dance riesce a dar corpo ai sogni altrui, ma un giorno – e su questo si concentra la storia che Jankovic e Fujiwara narrano per parole e immagini – il sogno diventa il suo. Un sogno d’amore. L’incontro con una violinista dagli occhi a mandorla: madame Mabelle, “la più bella creatura che il Mestro Izumiki avesse mai visto”. E anche quel canto d’amore diventa una bolla-sogno. Tutto bene, parrebbe. Se solo non fosse che appena la bolla-sogno del suo nuovo amore inizia a salire verso il cielo ecco in agguato l’Ombra, che la rapisce e fugge via. Peripezie e inseguimenti, fino alla resa dei conti. L’Ombra, finalmente raggiunta, si svela meno peggio di quel che ci si poteva immaginare. Rassicurata della genuinità del sentimento del buon Michele, lascia libera la bolla-sogno e l’amore tra maestro e Mabelle si può così realizzare. Tavole e parole – è evidente fin dalla scelta di impaginazione – dialogano serratamente seguendo però due percorsi autonomi, senza fondersi in un’unità compositiva. Una curiosità: il Maestro Izumiki esiste davvero. Più o meno. La storia raccontata da Elisabetta Jankovic e Izumi Fujiwara è ispirata al lavoro dell’artista Michele Cafaggi (chi è curioso può guardare qui: bollesapone.com) e in particolare il suo spettacolo Ouverture des Saponettes. L’albo fa, infatti, parte della collana che ospita volumi ispirati a spettacoli di teatro per ragazzi.
Anselmo Roveda, Andersen marzo 2011

 

Il Mago delle Bolle Claudia Calavetta la feltrinelli
Ha il sapore d'altri tempi, questa favola di Elisabetta Jankovic...si parla di musica, musica che crea sogni e di un direttore d'orchestra che, con la melodia, tramuta i desideri del pubblico in bolle di sapone. E in questo fluttuare siamo incantati, rapiti da una delicatezza irridescente che ha il potere di illuderci, una volta di più, che il sogno è una realtà mutevole ed irrinunciabile.
Il Principe Mezzanotte
16 novembre 2010
In libreria sono stata colpita da questo libro, una macchia scura in mezzo agli albi illustrati per bambini e l'ho comprato. Con mia figlia abbiamo iniziato a leggerlo e non ce ne siamo più staccate!! Un libro che sa unire semplicità ed eleganza, una bella sorpresa!!!

 

Cento storie blog
Ti conosco, mascherina
di Francesca Rossi
Edizioni Corsare – pag.32 – e. 14
Appena uscito per Edizioni Corsare, questo è davvero un bel libro sulle origini del carnevale. Un viaggio nelle maschere della commedia dell’arte, al seguito di un gruppo di attori girovaghi e del loro carrozzone di teatro ambulante. I piccoli lettori scopriranno le storie di Arlecchino, Pantalone, Pulcinella e Colombina.
Consigliato dai 4 anni in su.

 

Sito buddhismo italia
È uscito in questi giorni nelle librerie italiane il volume Birbal: il piccolo sciamano di Martino Nicoletti.L’opera, splendidamente illustrata dalle tavole di Lucia Sforza, narra la storia di Birbal, fanciullo himalayano e del suo incontro con il mondo degli spiriti della selva i quali, attraverso un vero e proprio iter iniziatico, lo condurranno a conoscere gli occulti misteri della natura trasformandolo nel loro portavoce tra gli uomini.Nella forma di una favola, un racconto che porta l’eco vitale di mondi lontani dove il confine tra realtà e sogno è talmente labile da permettere agli esseri umani di affacciarsi, ancor oggi, sul grande abisso del sacro e del mistero.L’opera è edita dalle Edizioni Corsare di Perugia.

 

Viaggiatori del sogno
Siete una bambina “strana e silenziosa”, di quelle timide che stanno sempre per conto loro. È per questo che per il vostro compleanno i vostri genitori vi regalano un computer portatile. Chissà, forse in questo modo potreste finalmente rendervi conto che fuori di casa c'è un mondo intero che sta aspettando voi. Un giorno siete connesse ad internet e vi arriva una mail che dice: «Se sei un Amico di tutti gli Esseri Viventi aiutaci, perché non c'è più molto tempo. C'è un altro modo di vivere sulla terra». Non sapete bene cosa significa e quella notte fate un sogno strano: siete in viaggio con la vostra famiglia ma all'improvviso vi ritrovate da sole, il vostro corpo galleggia nel vuoto e siete in grado di volare, davanti a voi c'è una grande distesa di deserto rosso, alcune rocce e un cielo di un blu quasi accecante. Poi vi svegliate all'improvviso, ma questo era solo il primo di una lunga serie di sogni...
I veri australiani d'Australia sono gli aborigeni che abitano quelle terre da più di sessantamila anni. Per molti anni questi popoli, come ricorda alla fine del libro Giuliana Fanti, autrice della storia, «hanno attraversato un immenso territorio, in grande parte desertico, raccogliendone frutti e radici, cacciandone gli animali esclusivamente per nutrirsi e sviluppando una visione del mondo il cui principio fondamentale è che la Natura è un tutt'uno». È proprio questa popolazione, o ciò che oggi ne rimane, che la piccola protagonista di Viaggiatori del sogno incontra mentre dorme beata nel suo letto. André Breton, teorizzatore del surrealismo, sarebbe stato orgoglioso di questa ragazzina che, durante la notte, riesce a sognare grandi deserti, cieli blu cobalto, canyon di roccia, vecchi sciamani canterini e uomini silenziosi. I testi della Fanti, semplici e lineari, venati di lirismo, sono affiancati dalle illustrazioni di Andrea Calisi, a volte riprodotte a tutta pagina. Il tratto è impreciso e sfumato, fatto di linee morbide e tondeggianti. A colpire più di ogni altra cosa è il colore, acceso e vivace come un quadro di Matisse o sognante e nostalgico, pieno di magia come i dipinti di Chagal. D'altra parte è proprio grazie ai sogni che la giovane protagonista, insieme a tanti altri ragazzi in tutto il mondo, deciderà di lasciare lo schermo del computer sulla scrivania per provare a far diventare – ancora una volta – il sogno realtà. Il mangia libri marzo 2011

 

Il teatro delle Ombre
Di Saviem, Edizioni corsare e. 15
Una scatola magica che si apre svelando un vero teatro: sagome da ritagliare, personaggi, scene e storie: tante idee divertenti e creative per realizzare spettacoli misteriosi e affascinanti, lasciando via libera all’immaginazione. Focus, Pico, febbraio 2011


Scrivere? Un 'gioco' divertente e... creativo
Arriva in libreria per Edizioni Corsare il primo quaderno che insegna ai bambini che scrivere può essere molto divertente. "Ma come scrivi Alex?" è un manuale che stimola la fantasia dei più piccoli e li aiuta così a superare l' "allergia da scrittura". Attraverso la storia di una simpatica gallina, Alex Dell’Aia, e dei suoi compagni di classe, il coniglio Orazio, l’oca Giulia e l’aquilotto Baglio
Mercoledí 28.10.2009 16:24

 

La copertina
Dire addio alla “scrittura da gallina” e stimolare la creatività, sperimentando tutte le potenzialità della nostra lingua. Oggi molti bambini italiani hanno difficoltà nella scrittura a mano, commettono errori di ortografia e considerano il tema in classe un vero dramma. “Ma come scrivi Alex?” è il primo quaderno di scrittura creativa che si rivolge direttamente ai ragazzi e, senza l’intermediazione degli adulti, stimola la loro fantasia e li aiuta così a superare la temibile “allergia da scrittura”. Racconta la storia di una simpatica gallina, Alex Dell’Aia, e dei suoi compagni di classe (il coniglio Orazio, l’oca Giulia e l’aquilotto Baglio). Il bizzarro gruppo sperimenta diversi giochi di parole, inventa storie imprevedibili e scopre, inaspettatamente, come scrivere possa essere davvero divertente. Il libro di Monica Colli, in vendita da ottobre per Edizioni Corsare, è arricchito dalle illustrazioni “aperte” di Saviem Matteo Rinciari, che il giovane lettore può completare liberamente, scatenando la propria fantasia.
“Ma come scrivi Alex?” è il primo quaderno di scrittura creativa in cui non c’è bisogno della mediazione dell’adulto ed è stato realizzato grazie alla pluriennale esperienza maturata dall’autrice come responsabile del progetto DECIDI di Children in Crisis. DECIDI (Dare Educazione Che Incoraggi Decisioni Importanti) è un programma che in Italia ha coinvolto migliaia di bambini delle scuole primarie, utilizzando strumenti innovativi come i giochi di ruolo, la tecnica della drammatizzazione e la scrittura creativa per rafforzare l’autostima e sviluppare le capacità dei ragazzi.
Dal rovesciamento allo scarto sillabico: le tecniche di scrittura creativa applicate da Monica Colli, con un lessico volutamente articolato e non semplificato, abituano i bambini alla ricchezza di termini e significati della nostra lingua. Così, cambiando una sola sillaba, Cappuccetto da Rosso diventa Osso oppure Mosso e la storia si trasforma completamente. Anche attività come la scrittura, nonostante l’apparenza noiosa, possono risultare divertenti e stimolanti.
Ma come scrivi Alex?; Edizioni Corsare, 2009, 64 pagine, 10 euro, dai 7 anni in su
Per informazioni: www.childrenincrisis.it


Spettacoli
Libri/ Esce primo quaderno di scrittura creativa rivolto a ragazzi
'Ma come scrivi Alex?' per superare l'allergia da scrittura
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Dire addio alla 'scrittura da gallina' e stimolare la creatività sperimentando tutte le potenzialità della nostra lingua. 'Ma come scrivi Alex?' è il primo quaderno di scrittura creativa che si rivolge direttamente ai ragazzi e, senza l'intermediazione degli adulti, stimola la loro fantasia e li aiuta così a superare la temibile 'allergia da scrittura'. Il volume racconta la storia di una simpatica gallina, Alex Dell'Aia, e dei suoi compagni di classe (il coniglio Orazio, l'oca Giulia e l'aquilotto Baglio). Il bizzarro gruppo sperimenta diversi giochi di parole, inventa storie imprevedibili e scopre, inaspettatamente, come scrivere possa essere davvero divertente. Il libro di Monica Colli, in vendita per Edizioni Corsare, è arricchito dalle illustrazioni 'aperte' di Saviem Matteo Rinciari, che il giovane lettore può completare liberamente, scatenando la propria fantasia. 'Ma come scrivi Alex?' è stato realizzato grazie alla pluriennale esperienza maturata dall'autrice come responsabile del progetto 'Decidi' di Children in Crisis. 'Decidi'(Dare Educazione Che Incoraggi Decisioni Importanti) è un programma che in Italia ha coinvolto migliaia di bambini delle scuole primarie, utilizzando strumenti innovativi come i giochi di ruolo, la tecnica della drammatizzazione e la scrittura creativa per rafforzare l'autostima e sviluppare le capacità dei ragazzi. Per informazioni: www.childrenincrisis.it. Virgilio notizie 28/10 /09

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